Lecce – Venezia 1-1. Spareggi? Ancora una volta nemici !
3 min readLECCE di Gavino Coradduzza
Il Venezia riesce a proteggere la vittoria dell’andata e accede alla finale per la promozione in “A”. Al Lecce gira male nonostante la partita grintosa piena di volontà e di carattere. Tutto ciò non è bastato per ribaltare l’uno a zero di Venezia. Complice anche un calcio di rigore spedito oltre la traversa da MARCO MANCOSU al quale niente può essere addebitato per tutto quanto ha dato e continua a dare a questo Lecce. La grinta dei giallorossi è subito in vetrina con 4 interventi fallosi nei primi sei minuti, quasi a mostrare subito la parte “forte” del carattere della squadra. Il Lecce attacca muovendo armonicamente tutte le pedine e palleggiando con l’intero organico. Il Venezia è più scarno nel trasferire palla verso il reparto avanzato; non si scopre scriteriatamente questo Venezia poco manovriero e molto rapace. La sua disposizione in campo non è BARRICADERA o CATENACCIARA. E’ abile e molto rapido nel chiudere gli spazi nella propria metà campo. Il Lecce preme alla ricerca di sbocchi sempre non facili da trovare. Da registrare (20°) un bel cross teso di Henderson leggermente alto per Pettinari ben appostato. Si può sicuramente dire che il pallino del gioco è amministrato dai giallorossi dopo un avvio abbastanza equilibrato. Questa non è partita in cui ci si possa permettere di sprecare le buone occasioni; il Lecce ne spreca una abbastanza clamorosa al 31°. Al 35° va a vuoto ancora una buona occasione quando il portiere lagunare non trattiene la palla e ci si mette anche la traversa. Di fronte al Lecce c’è una squadra ben organizzata, furba, esperta e navigata anche se si stenta non poco a riconoscere nel Venezia di questo pomeriggio la spavalda sicurezza della partita di andata. A qualche minuto dall’intervallo , Irrati l’arbitro,, non vede, a prima vista , una entrata fallosa di Maggio su Svoboda; Il VAR conferma il fallo e dunque è calcio di rigore che Aramu trasforma e che Maenpaa, il portiere ospite, protegge con un paio di interventi miracolistici.
RIPRESA . Nicolov rimane sotto la doccia ed entra Mancosu, subito determinatissimo, mentre Zanetti spedisce in campo quel furetto (a Venezia devastante) di Johnsen al posto di Aramu. Ai giallorossi, si nota chiaramente, sta venendo meno la serenità per dosare la palla nella misura necessaria; non viene meno la foga , la voglia di ribaltare il risultato, l’animo di dar tutto per il successo. C’è tanta volontà negli uomini di Corini il quale, al 60°, propone ancora due cambi: Calderoni per Gallo e Tachtsidis per Majer. A riaprire la partita è il rientrante Pettinari, il più lesto di tutti nello spingere in porta la palla del pareggio in un’area di rigore bollente. Dieci al termine: sul dischetto del rigore c’è la palla della finalissima; per fallo di mano in area Irrati assegna la massima punizione; MANCOSU si fa carico dell’ennesimo compito di delicatezza ed importanza estrema : bravo Marco! Coraggioso , orgoglioso e dignitoso come sempre , ma il suo destro calcia oltre la traversa. Il Lecce schiuma rabbia, e ne ha ben d’onde, per questa partita che poteva certamente finire in maniera diversa. Ma non è su questa che occorre calare gli accenti, quanto su quel che è stato malamente sprecato in quella manciata di turni precedenti che ne hanno mortificato CLASSIFICA e DESTINO !