Lecce-Frosinone 2-1
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Guariti dalla pareggite acuta (art. di Giovanni De Leonardis )
Al Via del Mare va in scena il match tra Lecce e Frosinone, con i salentini intenzionati ad interrompere il digiuno di vittorie che dura da circa tre mesi, mentre i ciociari vogliono confermarsi come squadra rivelazione del campionato.
L’allenatore del Lecce D’Aversa non può disporre dello squalificato Gonzalez e dell’infortunato Almqvist cui si aggiunge Dorgu che nell’immediato pre partita ha accusato un problema muscolare; Il suo collega ed amico Di Francesco deve invece rinunciare a Marchizza, Mazzitelli, Reiner e Kalaj, tutti per infortunio, recupera però Barrenechea dopo il turno di squalifica. Si rivede Strefezza titolare a destra a comporre il tridente d’attacco con Banda a sinistra e Piccoli centrale. A centrocampo Blin ritrova un posto da titolare.
Al minuto 11 il Lecce trova il vantaggio: il portiere frusinate Turati sbaglia l’appoggio su un compagno, Banda si impossessa della palla e serve in area Piccoli che da posizione angolata trafigge Turati. 1-0 e partita che sembra in discesa.Il Frosinone cerca di alzare il baricentro alla ricerca del pari ed il Lecce preferisce attendere ed agire di rimessa.
Al 17.mo l’arbitro Zufferli della sezione di Udine decreta un calcio di rigore per fallo di Gendrey su Brescianini, salvo poi invertire la sua decisione dopo la “on field review” ed assegnare un calcio di punizione per il Lecce. Nell’occasione D’Aversa rimedia un cartellino giallo e, da diffidato, guarderà dalla tribuna Inter – Lecce. Poco dopo Banda colpisce la traversa ma l’azione è viziata da un fuorigioco. Il Frosinone prende coraggio, si affaccia con maggior determinazione dalle parti dell’area leccese e si rende pericoloso con un tiro di Soule che impegna Falcone. Poco dopo Falcone devia in angolo una conclusione di Brescianini. Sul conseguente corner, Blin, nel tentativo di rinviare la palla, colpisce la caviglia dell’ex giallorosso Monterisi (nel frattempo subentrato all’infortunato Oyono); altra “on field review” e questa volta viene concesso il rigore agli ospiti. Dal dischetto Kaio Jorge trasforma con tiro forte e angolato nonostante Falcone si fosse tuffato dalla parte giusta.
Il Lecce cerca di riportarsi in vantaggio manovrando soprattutto sulla corsia di sinistra dove Banda è letteralmente scatenato. Lo zambiano in due occasioni nel giro di tre minuti entra in area avversaria, si libera del proprio marcatore e calcia, una volta di sinistro ed una di destro, ma in entrambe le occasioni il tiro termina alto. Ci prova Oudin con un calcio di punizione dal lato corto dell’area di rigore del Frosinone; il suo sinistro, forte e teso, viene intercettato di testa da Romagnoli (altro ex) che manda in angolo rischiando l’autogol. In pieno recupero del primo tempo il meno famoso degli Ibrahimovic tira dalla distanza ma non centra la porta. Il pareggio che accompagna le squadre all’intervallo sembra un risultato abbastanza equo in virtù di quanto visto. La ripresa si apre con il Lecce vicino al vantaggio: Strefezza libera il suo destro dalla distanza e costringe Turati ad una difficile deviazione al di sopra della traversa. In questa fase di partita Strefezza gioca più accentrato mentre Oudin è più defilato sulla destra.
Il Lecce cerca di “fare la partita” ma senza creare occasioni da gol. Il Frosinone non sta a guardare e quando ne ha l’opportunità cerca di creare pericoli per i giallorossi. Sono proprio i frusinati a non sfruttare due favorevoli occasioni con Kaio Jorge; la prima con un colpo di testa da pochi passi dalla porta, ma il tiro risulta debole e senza angolo, Falcone para; nella seconda l’attaccante ciociaro colpisce male da buona posizione in area, quasi svirgolando la palla che debolmente si spegne sul fondo. Il Lecce non ci sta, vuole assolutamente la vittoria e si riversa nella metà campo avversaria. Il più pericoloso è Banda, assolutamente imprendibile per i difensori di Di Francesco; peccato che le conclusioni non siano all’altezza della facilità con cui dribbla e si libera per il tiro, anche se didestro colpisce il palo ma partendo da posizione di fuorigioco. Per il Frosinone è Soule che ci prova dalla distanza ma il suo tiro termina fuori.Il ritmo della partita diminuisce con il passare dei minuti, le squadre sembrano stanche ed allungate. D’Aversa allora inserisce forze fresche: Sansone e Kaba prendono il posto di Strefezza e Blin. Di Francesco risponde inserendo Harroui (non giocava da agosto per frattura del metatarso) per Ibrahimovic. Nel volgere di due minuti Sansone e Piccoli organizzano due ripartenze ma in entrambe le occasioni il centravanti giallorosso tira in curva.Poco dopo è Harroui che calcia a fin di palo.
Al minuto 83 la mossa di D’Aversa che cambia la partita: fuori Oudin e dentro Krstovic, con un Lecce ultraoffensivo. Il 4-3-3 diventa 4-2-4 in fase di possesso e 4-4-2 in fase di non possesso, a testimonianza della veemente volontà di vincere. Krstovic al minuto 87 calcia di sinistro ma abbondantemente fuori e dopo due minuti la svolta della partita. Piccoli tira dalla distanza, Turati in tuffo para ma non trattiene; avrebbe il tempo e lo spazio per impossessarsi della palla ma Monterisi anticipa il suo portiere e manda in fallo laterale. Se ne occupa Banda che serve Ramadani; il nazionale albanese non ci pensa più di tanto, libera il destro da venti metri circa sorprendendo Turati all’angolino del primo palo. 2-1! Gioia incontenibile per i giocatori in campo e per l’infreddolito pubblico sugli spalti.Di Francesco prova la mossa della disperazione, inserendo Cheddira e Kvernadze al posto di Gelli e Barrenechea. Nel frattempo Piccoli è vittima di crampi e gli subentra Rafia.
Durante i quattro minuti di recupero il Frosinone prende d’assalto l’area del Lecce ma riesce a produrre solo un debole colpo di testa di Cheddira, facilmente parato da Falcone. Niente più fino alla fine.Il Lecce torna quindi alla vittoria dopo quasi tre mesi (da quell’uno a zero del 22 settembre contro il Genoa) e dopo quattro pareggi consecutivi. Ancora una volta i minuti finali si rivelano decisivi per la sorte della partita. Quest’oggi i giallorossi hanno tenuto il campo per tutta la durata della gara, senza mostrare i cali di intensità che avevano caratterizzato le ultime uscite. Considerando la mole di gioco, le conclusioni verso la porta avversaria e soprattutto la voglia e la determinazione, il risultato appare giusto. Raggiunta quota 20 in classifica, la soddisfazione per questa vittoria non deve degenerare in esaltazione o eccesso di euforia, ma solo consentire di affrontare con maggiore serenità le due trasferte consecutive contro Inter e Atalanta. La strada che porta alla salvezza è ancora lunga.