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Roma – Lecce 4-0 . Il Lecce si ferma; La Roma dilaga.

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ROMA– (art. di Gavino Coradduzza)

La ignobile e vigliacca aggressione ai danni dei tifosi salentini in viaggio verso l’Olimpico di Roma, resta il tema dominante di una giornata di campionato che di calcio doveva essere, ma che, a parte la nota emergenza planetaria, di calcio ne ha visto poco e male almeno per i tifosi salentini aggrediti dalla lucida follia di un branco di ignobili soggetti, vittime innanzitutto della propria frustrazione; non è stata una bravata; mi rifiuterò di dare ascolto a chi tenterà di nascondere sotto il solito “si tratta di pochi scellerati”, la ormai devastante proliferazione di una “cultura”cui nessuno ha osato porre decisamente, efficacemente e colpevolmente un argine !        Quel che resta è la partita  tra Roma e Lecce; partita che sin dall’avvio pone in evidenza la costante e nebulosa ricerca del successo da parte dei giallorossi di casa  mentre il Lecce osserva e si adegua alla necessità di arginare, limitare i danni, ancor prima di organizzarsi per tentare il bottino pieno.        La Roma guida palla sulla fascia sinistra con il solito Kolarov ben sostenuto da Pellegrini e talvolta da Mancini. Rossettini, almeno in avvio, stenta un po’ a prendere le misure a Dzeko e rischia anche la frittata. Pur senza fare cose strabilianti la Roma gestisce la partita; la piega verso i suoi interessi, concede poco o niente ad un Lecce che neanche azzarda di chiedere qualcosa.        Al termine di una decina di minuti di questo trantran si materializza la ormai consueta “palla persa in uscita”: è il minuto 12 e Mikhitarian la sradica dai piedi giallorossi e la accomagna verso l’area offrendola in fine a Under che supera Vigorito in uscita.        Ora è evidente che non vi sia più necessità di proteggere un risultato positivo volatilizzatosi; occorrerà dunque industriarsi, cambiare atteggiamento ed osare anche rischiando. Ed infatti, con Mancosu trasformato in autentica seconda punta, la vivacità in casa Lecce aumenta a vista d’occhio; o forse è la Roma che per qualche minuto sta rifiatando.        Lecce dunque più intraprendente e ben orientato ad insidiare la porta di Lopez pur continuando a concedere qualche improvvisa incursione ai capitolini; quando la Roma tenta il suicidio (34°) regalando incredibilmente la palla all’avversario, altrettanto incredibilmente Majer non riesce a centrare la porta.        Di regalo in regalo la Roma, con quattro rapidi passaggi in verticale, raddoppia, fa DUE A ZERO.        Rientra i campo un Lecce di buoni propositi; confida anche(probabilmente) sul logorio della squadra di Fonseca che potrebbe accusare e quindi pagare lo sforzo dell’impegno infrasettimanale di coppa. Sarebbe interesse del Lecce accentuare i ritmi di gioco costringendo così la Roma a correre e a “spendere” energie; ma questo accade molto di rado.        Poi il VAR decide (25°) che il gol in fuorigioco di Dzeko . . . non è fuorigioco ed allora  il 3-0 chiude di fatto la partita. Però la Roma, quella Roma che dovrebbe pagare lo sforzo infrasettimanale,continua a giocare e a creare le opportunità per arrotondare ulteriormente (Kolarov) con il benevolo permesso degli uomini di Liverani ormai più nello spogliatoio che in campo.
        Il Lecce, sia in avvio di partita (qualcuno ne spieghi la causa), sia nelle fasi finali, è apparso lontanissima parvenza della squadra vista nelle recenti uscite.        Pagate le assenze; questo è scontato, ma non si può scaricare tutto sulle assenze.

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